Biografia

Sono nato a Milano nel 1998.
Coltivo la passione per le arti visive, utilizzando lo strumento fotografico come mezzo espressivo.
Ho una formazione psicologica e neuroscientifica che mi spinge verso una ricerca all’interno della psiche umana e della sua manifestazione sensibile.

Utilizzo principalmente strumenti fotografici tradizionali e provvedo autonomamente allo sviluppo delle pellicole e alla stampa in camera oscura attraverso ingranditore.
Ho fondato l’Associazione culturale Theia con il desiderio di avvicinare le persone ad una dimensione complessa e sfaccettata come è l’arte nelle sue infinite forme.

La mia ricerca

Arduo è il compito di definire la propria ricerca, che sia essa visiva oppure metafisica. Continuo a provarci, cerco attraverso la fotografia di comprendere meglio i limiti del sentiero che sto percorrendo eppure ogni volta che rifletto mi sembra che la strada cambi, che la mia attenzione venga dirottata.

Una fotografia è incontrovertibile, è spontanea, ti porta dove spesso non andresti, è una costante riscoperta ed è unica, soprattutto quella su pellicola, le modifiche sono solo quelle necessarie ad un’operazione processuale per ascrivere la pratica nel mondo delle arti e per istruire l’uomo al suo utilizzo, mentre una lettera come una frase hanno bisogno di un contesto per significare. Le parole vivono l’una per l’altra e se non sono ordinate, pensate, non hanno senso di esistere. Quando uso la scrittura forse le cose sono più determinate, il limite verbale mi sembra che sia più ampio e che grazie alla sua ambiguità convenzionale possa comprendere la complessità dell’esistere.

Gli effetti sulla realtà a me sembrano simili ma il processo di creazione arriva da due direzioni opposte . Dunque è grazie allo strumento fotografico e alla scrittura, opposti ma in un certo qual modo complementari, che sviluppo la mia indagine della realtà. Indagare la realtà per me significa porre l’attenzione necessaria ad ogni particolare evento, fatto, uso e costume che si pone davanti al mio cammino. Ammirare, apprezzare o ignorare nella platonica giusta misura, sapendo nel profondo che ogni incontro coincide con uno scambio, e questi strumenti mi aiutano a ricordare che posso anche prendere senza sottrarre, il mondo è pieno di doni che bisognerebbe soltanto accettare. Certi oggetti inanimati come tutti gli esseri viventi sono un polo attorno al quale avvengono costanti scambi sia al livello macroscopico che microscopico. Questa relazione continua e inarrestabile mi affascina e credo che sia una forza estremamente importante e di cui l’umanità si prende sempre meno cura. Gli oggetti, le creazioni dell’ingegno umano, possono essere semplici costituenti della percezione dello spazio ma possono anche evolversi e diventare simboli che esistono fuori da noi ma a cui noi facciamo ricorso nel momento in cui avviene uno scambio che richiede che venga lasciato qualcosa; per questo motivo indago la realtà.

Vorrei provare a dare tutto quello che devo e sperare di adempiere nella giusta misura al mio compito di particella senza valore al di fuori del mio contesto: l’umanità.

GIACOMO MADONINI